LE ORIGINI
Oggi diamo il tergicristallo per scontato, non potremmo mai immaginarci di guidare un veicolo privo di questo elemento. Ma all’inizio del ‘900 (epoca a cui risale la sua invenzione) in caso di maltempo il conducente doveva invece fermarsi spesso e scendere per pulire a mano il parabrezza. Fu così che la statunitense Mary Anderson, appena trasferitasi a New York per lavoro (era un’allevatrice di bestiame, non proprio del mestiere…) e assidua frequentatrice di taxi, intuì che sarebbe stato più che utile un dispositivo in grado di detergere i vetri dei veicoli una volta azionato dall’interno, rendendo la marcia più veloce e meno costosa. Eh già, perché ad ogni stop il tassametro saliva sempre di più.
Nel 1916 la signora depositò il brevetto di questo nuovo marchingegno: un braccio meccanico removibile, ricoperto da una spugna e da montare in campo di maltempo, in grado di oscillare e rimuovere lo sporco durante la marcia. La prima casa automobilistica ad adottare il meccanismo fu la Cadillac e da lì nel giro di una decina d’anni lo imitarono anche tutti gli altri produttori. Il resto è storia.
Cosa dice la legge
Non esiste una normativa specifica. L’articolo 79 del Codice della Strada non parla espressamente di obbligo, ma stabilisce che “i veicoli durante la circolazione devono essere tenuti in condizioni di massima efficienza, comunque tale da garantire la sicurezza”: insomma, le spazzole tergi sono implicitamente coinvolte in quanto accessori necessari per garantire la miglior visibilità possibile al conducente. Il regolamento europeo del 2010 (CLICCA QUI per leggerlo) fissa invece le procedure, le prove e i requisiti per tergicristalli e lavacristalli necessari al fine di ottenere l’omologazione CE e quindi poter essere montati sui veicoli.
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